Ok del Garante per l’App IO. Promosse le regole – predisposte dall’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) – per l’accesso ai servizi proposti dall’app. Un via libera atteso dalle Pubbliche Amministrazioni, per poter procedere in sicurezza con le innovazioni che disciplinano l’accesso telematico a vari servizi. Una verifica, andata a buon fine, che rasserena non soltanto le PA ma sopratutto gli utenti, sulla sicurezza del sistema.
Il documento approvato
Consentirà alle Pubbliche Amministrazioni e ad altri soggetti erogatori di rendere disponibili agli utenti i propri servizi (avvisi di scadenze, pagamenti, certificazioni, ecc.). La logica alla base dell’applicazione è di tipo modulare. Avrebbe potuto costituire, a suo tempo, una perfetta base per il famoso tracciamento che poi portò alla costruzione di Immuni. Occasione decisamente sprecata.
Qualche dettaglio tecnico
Il punto di accesso – costituito dall’insieme dei sistemi sviluppati e gestiti da PagoPa – è formato da diversi componenti: un front-end (che include la App Io e un’applicazione web), al quale l’utente può accedere tramite SPID o CIE; un back-end, che gestisce anche le interazioni tra il front-end e il back office dedicato ai soggetti erogatori, grazie al quale essi possono aderire al punto di accesso e utilizzare i servizi e le interfacce messe a disposizione per interagire con i cittadini.
La presenza del Garante
Lo schema che ha portato all’ok del Garante per l’app IO tiene conto delle indicazioni fornite dall’Ufficio nel corso di numerose interlocuzioni avute con i rappresentanti di AgID e di PagoPa per assicurare opportune garanzie a tutela della privacy.
Problemi risolti
Ok del Garante per l’App IO. Risolte dunque anche le problematiche che, nel giugno 2021, avevano portato l’Autorità ad emettere un provvedimento. Il Garante Privacy aveva chiesto a PagoPA, società pubblica che gestisce l’app IO, di bloccare provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati con quest’app che prevedono -tramite un tracker – l’interazione con i servizi di Google.
