Green Pass, il Garante scrive al Governo per esprimere nero su bianco i suoi dubbi legati in particolare al trattamento dei dati sul luogo di lavoro.

Il faro del Garante Privacy

Nella lettera consultabile integralmente quipunta dritto sulla conversione del decreto legge che estende a tutti i lavoratori l’obbligo di green pass. Lo fa, esponendo perplessità sui due emendamenti approvati recentemente in Senato, che consentirebbero la consegna da parte dei lavoratori, di una copia del certificato verde al proprio responsabile. Una decisione governativa con l’intenzione evidente di snellire le fasi di controllo. In sostanza, secondo gli emendamenti, una volta consegnato il proprio certificato al datore o responsabile – sia nel pubblico che nel privato – lo stesso responsabile non sarà costretto ad eseguire il check quotidiano sulla validità del pass.

Un passo indietro

Ricordiamo che con D.L. 127/2021, dal 15 Ottobre fino al 31 Dicembre – salvo eventuali proroghe – il personale del pubblico e del privato dovranno essere in possesso della certificazione verde per accedere sul posto di lavoro.

Un passo avanti, gli emendamenti nel dettaglio

Palazzo Madama, per rendere più snella l’operazione di verifica ha introdotto gli emendamenti 1.400 e 3.0.4 dell’AS 2394. Un aggiustamento grazie al quale un dipendente regolarmente vaccinato, quindi con pass a scadenza “lunga”, potrà consegnare il documento al datore di lavoro non dovendo affrontare il controllo giornaliero sulla validità del green pass. A prima vista, una soluzione favorevole per lavoratore e dipendente.

Il Garante non la pensa così

Green Pass il Garante scrive al Governo: vero che gli emendamenti possono velocizzare l’operazione di ingresso sul posto di lavoro, vero anche che, secondo l’autorità, si toccano alcuni punti critici. Tra i nervi scoperti nell’aggiustamento legislativo, primo è quello legato alla finalità di sanità pubblica. Motivo per cui principalmente è stato istituito. Il certificato è infatti efficace a fini epidemiologici nella misura in cui il documento stesso sia soggetto a verifiche periodiche sulla sua persistente validità. Una periodicità di controllo che va a decadere con gli emendamenti. In che modo è possibile, se non vi è verifica quotidiana, aggiornare la piattaforma nazionale DGC in cui sono aggiornate le risultanze diagnostiche eventualmente sopravvenute? Sostanzialmente, se il l’intestatario di un certificato da vaccinazione – quindi di lunga durata – dovesse contrarre il Covid19 pur da vaccinato, in che modo potrebbe essere “rilevato” dal controllore se non sussiste più l’obbligo ad un controllo giornaliero?

Dubbi sulla riservatezza dei dati

Inoltre, secondo il Garante, la prevista legittimazione della conservazione (di copia) delle certificazioni verdi contrasta con il Considerando 48 del Regolamento (UE) 2021/953 che cita testualmente:

Laddove il certificato venga utilizzato per scopi non medici, i dati personali ai quali viene effettuato l’accesso durante il processo di verifica non devono essere conservati. Secondo le disposizioni del presente regolamento”.

Un nodo su cui si ragiona sin dagli albori dell’entrata in vigore del Green Pass, e su cui presumibilmente continueremo a farlo.

Il divieto di conservazione dei dati

Nel caso specifico è chiaramente funzionale a garantire la riservatezza non solo dei dati sulla condizione clinica del lavoratore, ma anche e soprattutto sulle scelte personali legate alla profilassi vaccinale. Molti lavoratori hanno deciso di ottenere il certificato verde tramite tampone. Pass con validità dalle 48 alle 36 ore, in base al tipo di tampone effettuato. Una durata a breve termine. Con l’attuazione degli emendamenti, una opzione intimamente legata a scelte e convinzioni personali come quella sulla vaccinazione, verrebbe inevitabilmente privata delle garanzie di riservatezza. Il Garante, nella sua lettera ai parlamentari, evidenzia come questo possa in qualche modo innescare effetti pregiudizievoli in ordine all’autodeterminazione individuale.

Per farla breve. E se un lavoratore non volesse far sapere al datore di lavoro, o ai colleghi, la fonte del suo Green Pass? La palla passa al Governo. Il Presidente dell’Autorità Garante Pasquale Stanzione – firmatario della comunicazione ai parlamentari – resta in attesa, e come da missiva si rende disponibile ad affrontare in maniera collaborativa le criticità.

 

 

 

 

Jaera team

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