L’addestramento degli algoritmi sotto la lente del Garante.

Il comunicato stampa

È della settimana scorsa (precisamente del 22 novembre) un comunicato stampa del Garante per la protezione dei dati personali, con cui l’Autorità ha fatto sapere di aver avviato

una indagine conoscitiva sui siti internet pubblici e privati per verificare l’adozione di idonee misure di sicurezza adeguate ad impedire la raccolta massiva (webscraping) di dati personali a fini di addestramento degli algoritmi di intelligenza artificiale (IA) da parte di soggetti terzi. L’indagine conoscitiva riguarda tutti i soggetti pubblici e privati, operanti quali titolari del trattamento, stabiliti in Italia o che offrono in Italia servizi, che mettono a disposizione on-line dati personali liberamente accessibili anche dagli “spider” dei produttori di algoritmi di intelligenza artificiale.

Condivisibili le preoccupazioni del Garante: diverse piattaforme di Intelligenza Artificiale raccolgono enormi quantità di dati -anche personali-, pubblicati all’interno di siti internet gestiti da soggetti pubblici e privati. Ciò avviene, spesso, anche attraverso il metodo dello webscraping, tecnica di estrazione di dati da un sito web per mezzo di programmi software che simulano la navigazione umana nel World Wide Web utilizzando l’Hypertext Transfer Protocol (HTTP) o attraverso i browser di navigazione.

L’Autorità ha altresì richiesto la partecipazione attiva delle associazioni dei consumatori, degli esperti in materia e dei rappresentanti del mondo accademico affinché forniscano il loro importante ausilio a una questione tanto ignota quanto potenzialmente devastante, se utilizzata in maniera illegittima o senza regolamentazione.

Non è escluso (anzi, è manifestamente dichiarato nel comunicato stampa) che il Garante possa adottare dei provvedimenti d’urgenza per limitare tali pratiche, anche attraverso provvedimenti che blocchino materialmente l’utilizzo di certe attività (si ricordi, per esempio, il blocco d’urgenza fatto dal Garante a Chatgpt di cui abbiamo parlato qui).

Rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi per capire come si deciderà di procedere per tutelare i diritti e le libertà degli interessati.